La riqualificazione del S. Maria della Pietà
La chiusura nel 1999 dell’Ospedale Psichiatrico del Santa Maria della Pietà ha segnato uno spartiacque per la storia di questo straordinario complesso. Una storia fatta di dolore e sofferenza, ma anche di numerose battaglie portate avanti dai cittadini del territorio, dalle istituzioni locali, da associazioni ed intellettuali affinché a valle della chiusura dell’Ospedale, il Santa Maria della Pietà non cadesse nell’oblio e in una lenta ed inesorabile decadenza.
Molti sono stati i progetti di riqualificazione avanzati negli anni passati, che tuttavia nel tempo non hanno portato i risultati sperati. Attualmente, diversi padiglioni del compendio sono chiusi ed inutilizzati, altri sono occupati e solo una parte ospita servizi attivi, essenzialmente quelli della ASL Roma 1, che detiene in proprietà anche il meraviglioso parco.
A partire dall’anno 2016, attraverso la DGR 787/2016 la Regione Lazio ha avviato un ambizioso programma di valorizzazione dell’ex Ospedale destinando ingenti risorse economiche volte a riqualificare progressivamente il compendio, con l’obiettivo di ripristinare la fruibilità e le condizioni di sicurezza del patrimonio immobiliare e del Parco del Comprensorio del Santa Maria della Pietà, attraverso un programma di interventi di risanamento conservativo, ristrutturazione e adeguamento funzionale.
In particolare, con tale delibera e con le successive (DGR 810/2016, DGR871/2019, DGR 764/2020), sono state destinate dalla Regione Lazio al Comprensorio risorse complessive pari a 14,5 milioni di euro volte alla ristrutturazione di diversi padiglioni, per l’attivazione di nuove funzioni, ed una imponente riqualificazione del parco pubblico. A queste risorse, si aggiungono oltre 10 milioni di euro utilizzati dalla ASL Roma 1 per interventi di manutenzione del verde e per interventi su altri padiglioni già finanziati in precedenza dalla Regione Lazio.
Inoltre, nel 2018 attraverso il protocollo di intesa sottoscritto tra Regione Lazio, ASL Roma 1, Roma Capitale, Città Metropolitana di Roma Capitale e Municipio XIV, è stata avviata una collaborazione interistituzionale per coordinare i vari progetti di riqualificazione in atto e per portare a compimento la pianificazione della Centralità Urbana di iniziativa pubblica che comprende da Piano Regolatore oltre al complesso del Santa Maria della Pietà un territorio circostante di ulteriori 25 ettari.
FAQ & Fake news
Il Complesso del Santa Maria della Pietà fa parte di una centralità urbana di iniziativa pubblica.
Non esiste alcun progetto di alienazione né alcuna ipotesi di trasformazione dei padiglioni.
Ogni funzione immaginata è di proprietà ed uso pubblico.
Non c’è nessun progetto di apertura di attività ospedaliere o di sanitarizzazione del Parco.
Nell’ambito del Tavolo Tecnico sono state individuate 3 vocazioni principali:
- una legata alla salute, al benessere e ai servizi al cittadino,
- una legata a funzioni culturali e turistico-ricettive,
- una vocazione di tipo ambientale e agricolo.
Nell’ambito della vocazione legata alla salute e al benessere sono inserite le attuali funzioni e gli attuali servizi socio-sanitari erogati dalla ASL Roma 1. Tali servizi costituiscono dei presidi indispensabili per la prevenzione, la cura e la salute dei cittadini del territorio, in una logica di prossimità e assistenza territoriale, e saranno mantenuti nel complesso.
Non è tuttavia previsto alcun tipo di incremento di tali funzioni: le progettualità in corso prevedono infatti la realizzazione di nuove funzioni pubbliche non di tipo sanitario (Nuova sede del Municipio, NUE, centro polifunzionale, centri culturali, centri legati al politiche del food) che permettano di garantire all’interno del complesso un giusto equilibrio tra le vocazioni precedentemente richiamate.
Non esistono né atti né accordi secretati tra le varie istituzioni.
La ASL Roma 1 ha sempre rendicontato l’utilizzo dei proventi del Santa Maria, sia in sede pubblica che presso la propria Consulta per la Salute Mentale. Annualmente i proventi derivanti dalla locazione di alcuni padiglioni ammontano a meno di 200.000 euro annui. La ASL destina ai servizi per la Salute Mentale circa 70 milioni di euro annui.
È falso. Nelle more dell’approvazione del Progetto Urbano che definirà con precisioni le funzioni inserite nel complesso, è stato comunque già destinato a funzioni culturali l’intero padiglione 31, che sarà consegnato con tale finalità a Roma Capitale. Sono inoltre già destinati a funzioni culturali il Museo della Mente nel padiglione 6 e spazi presenti nei padiglioni 28 e 26, destinati a ospitare eventi e iniziative di vario genere (il padiglione 28 ospita la Sala Basaglia, frequentemente utilizzata anche per uso pubblico, e la Biblioteca Cencelli). La funzione culturale è inoltre implicita nella fruizione del Parco negli spazi aperti, frequentemente già utilizzati per molte iniziative culturali, didattiche, espressive, sportive.
Sì. La ASL Roma 1, proprietaria dell’area, ha già previsto la riqualificazione e la realizzazione di nuove aree attrezzate. In particolare sono previste aree giochi, spazi attrezzati di svago e di coworking, con nuovi impianti di illuminazione e un wi-fi pubblico. Al fine di elaborare la condivisione di nuove idee la ASL ha attivato a tal fine uno specifico tavolo di coprogettazione. Per informazioni mail parcosmp@aslroma1.it
È vero il contrario. Sono stati abbattuti solamente pochi alberi malati o giunti alla fine del proprio ciclo di vita, che purtroppo non potevano in alcun modo essere salvati, pena il pericolo incombente di crolli improvvisi, come purtroppo è accaduto periodicamente nella città di Roma con conseguenze talvolta drammatiche.
È stato al contrario svolto un delicatissimo lavoro di di oltre 2.500 essenze, monitoraggio e consolidamento delle stesse; grazie al supporto di moderne tecniche di ingegneria naturalistica è stato possibile salvare (mantenendo il monitoraggio costante) 5 piante delle 9 precedentemente identificate come essenze da abbattere nella piazza delle ninfee. Nella totalità del parco sono stati censiti 80 alberi morti in piedi e 222 erosi da agenti atmosferici.
Gli alberi che sono stati eliminati saranno ripiantumati in una serie di compensazioni ambientali che prevedono l’inserimento di oltre 130 essenze, secondo un Piano di Compensazione Ambientale approvato dal Dipartimento Ambiente di Roma Capitale a marzo 2020.
È falso. La Regione Lazio con nota n. 874677 del 13.10.2020 ha dettato precisi indirizzi alla ASL affinché sia avviato un processo di progressiva pedonalizzazione del Parco. Alcuni interventi in tal senso sono stati già attuati con una maggiore limitazione del traffico veicolare e la predisposizione di una navetta interna.
È volontà condivisa proseguire tale strategia, eliminando progressivamente il traffico veicolare ad eccezione di mezzi di servizio e di pass disabili. Questo processo deve essere tuttavia accompagnato da alcuni interventi necessari a garantire la sicurezza e l’accessibilità ai numerosi servizi erogati all’interno dei padiglioni. In particolare deve essere riqualificato il parcheggio di via Vinci, deve inoltre essere potenziata la mobilità interna mediante l’incremento del servizio di navetta (elettrica) anche in accordo con ATAC. I percorsi interni devono inoltre essere riqualificati e messi in sicurezza, con illuminazione adeguata e prevedendo in alcuni casi anche la videosorveglianza. Tali azioni fanno parte del progetto di riqualificazione del parco, già finanziato ed in parte in corso di esecuzione.